Come trattare sul lavoro con gente difficile. Prima Parte.
Ben ritrovati. "L'inferno sono gli altri" diceva Jean-Paul Sartre. E' vero ? Siamo noi il problema o sono gli altri ? Come farci fronte? Un approfondimento che può darci occhi e strumenti nuovi.
L’ultima decina di posti disponibili.
In questa newsletter:
L'inferno sono gli altri.
Collaborare meglio in presenza grazie ad una nuova policy.
“I drammi di controllo” di James Redfield. Sì, quello della profezia di Celestino.
Il potere della stupidità" di Giancarlo Livraghi.
Sebastiano a Radio24.
Sotto trovate un po’ di posti dove vederci nei prossimi giorni.
“Affrontare la realtà lavorativa con persone che si mostrano ostili o particolarmente critiche rappresenta una sfida”.
"L'inferno sono gli altri", così scriveva Jean-Paul Sartre nella sua opera "A porte chiuse", evidenziando come spesso la nostra quotidianità confermi questa affermazione. Mi sono preso la briga di ragionare sulla complessità delle relazioni umane, mi rendo conto di quanto, nel contesto lavorativo, possiamo sentirci esposti, giudicati e a disagio sotto gli sguardi altrui. Ogni giorno si trasforma in una serie di sfide, in cui l'essere valutati costantemente ci aliena da noi stessi e ci rinchiude nelle percezioni che gli altri hanno di noi.
Diciamoci la verità, affrontare la realtà lavorativa con persone che si mostrano ostili o particolarmente critiche rappresenta una sfida che ci spinge a creare modi per convertire queste interazioni in vere e proprie opportunità di crescita personale e miglioramento collettivo. Come ho spesso sottolineato, la capacità di gestire i conflitti con armonia e di collaborare in maniera costruttiva è fondamentale. È attraverso questo approccio che possiamo trasformare la nostra percezione dell'"inferno" in un'occasione per innalzare il nostro spirito e migliorare il nostro ambiente lavorativo.
In ogni sfida c'è un'opportunità di crescita e ill nostro approccio ai problemi spesso determina il loro impatto su di noi. Questa non è una novità ma rimane un punto chiave.
Affrontare ogni giorno con la consapevolezza che ogni difficoltà può trasformarsi in un trampolino di lancio per il successo, personale e professionale, qualunque cosa si intenda con la parola “successo”.
Affrontare ogni giorno ricordando anche che gli altri siamo noi può limitare il narcisismo e le sue conseguenze peggiori.
Con questa mentalità, possiamo realmente cambiare il nostro mondo, un incontro, una collaborazione alla volta.
Buona Lettura.
"Collaborare efficacemente in presenza: vincere le tensioni lavorative con una policy nuova".
Come si lavora bene in presenza?
Una nuova policy su come si lavora in ufficio.
Una necessità che in molti non considerano.
Nelle mie interazioni con coloro che svolgono ruoli ibridi, combinando lavoro da casa e presenza in ufficio, ho notato sentimenti sempre più contrastanti riguardo ai giorni trascorsi in ufficio.
Felicità, rabbia, sconforto, serenità. Insomma di tutto un po’.
Sebbene molti apprezzino l'opportunità di collegamento e varietà offerta dall'ambiente fisico dell'ufficio, c'è anche una sensazione di malcontento, specialmente per chi percepisce gli sprechi energetici.
Quanto tempo si perde in spostamenti, riunioni inutili, burocrazia, capi e colleghi difficili...
Prima della pandemia non lo vedevamo forse. Ma ora...
➡️È essenziale che chi perora la causa della presenza per lavori che potrebbero essere svolti da casa comprenda il vero scopo della presenza in ufficio per ottimizzare questo tempo e trasformarlo in un'occasione produttiva e piacevole.
➡️Inoltre è fondamentale che lo trasformi in policy comprensibili e che le comunichi pena la crescita di tensioni, conflittualità, insoddisfazioni.
Alcuni punti da tenere in considerazione , non nuovi ma che vanno affrontati con rinnovato spirito, serietà e determinazione di farli funzionare davvero, per creare una policy del “nuovo” lavoro dall’ufficio:
✅Gestione del tempo: stabilire linee guida chiare per la durata delle riunioni e l'utilizzo del tempo, per evitare inutili allungamenti e perdite di tempo.
✅Rispetto delle scadenze: imporre il rispetto delle scadenze concordate, promuovendo la responsabilità individuale e collettiva.
✅Comunicazione costruttiva e ascolto attivo: promuovere uno stile di comunicazione aperto, onesto e costruttivo, evitando linguaggi offensivi o diminutivi.
✅Gestione dei conflitti: adottare un approccio strutturato per risolvere i conflitti, incentrato sulla ricerca di soluzioni anziché sull'attribuzione di colpe.
✅Spazi per il feedback: creare spazi regolari per il feedback costruttivo, sia individualmente che in gruppo, per discutere progressi e aree di miglioramento.
✅Riconoscimento del lavoro: valorizzare e riconoscere il lavoro svolto da ciascun membro del team, per aumentare la motivazione e il senso di appartenenza.
✅Equilibrio lavoro-vita privata: rispettare l'equilibrio tra lavoro e vita privata dei dipendenti, evitando aspettative irrealistiche di disponibilità fuori dall'orario di lavoro.
✅Sviluppo professionale: incoraggiare e sostenere lo sviluppo professionale dei dipendenti, per favorire il loro crescita personale e di carriera.
✅Atmosfera inclusiva: creare un ambiente lavorativo inclusivo e rispettoso dei diversi background e prospettive.
La pena ed il rischio per chi giochicchierà su questi punti e compirà solo blande operazioni di ri-verniciatura sarà quella di ottenere team fintamente partecipativi che internamente ( e magari anche esternamente ) esecreranno con cinismo e sarcasmo un richiesta di lavorare in ufficio che non capiscono e non condividono più.
"Navigare le relazioni complesse: "i drammi di controllo” di Redfield per comprendere e gestire le energie nelle relazioni interpersonali".
Nel nostro quotidiano lavorativo, ci imbattiamo in interazioni che possono sfociare in vere e proprie sfide collaborative, soprattutto quando si tratta di relazionarsi con persone difficili. Il concetto di "drammi di controllo", descritto da James Redfield nel suo libro "La profezia di celestino", offre uno spunto interessante per decifrare tali dinamiche, seppur io non condivida completamente altre conclusioni dedotte da alcuni dal contesto fantastico e new age dall'opera. Tuttavia, la classificazione proposta da Redfield si rivela utile per un approfondimento professionale su come identificare e gestire i cosiddetti "vampiri energetici" nei contesti lavorativi.
Ecco un riassunto dei quattro archetipi di “vampiri energetici”, con alcune strategie su come trattarli efficacemente:
Il povero me: questo archetipo manipola attraverso la vittimizzazione, cercando di indurre sensi di colpa negli altri. Per gestire efficacemente questa dinamica, è fondamentale stabilire confini chiari e comunicare apertamente, evitando di cadere nella trappola del senso di colpa. È utile anche rinforzare l'autonomia, incoraggiando la persona a trovare soluzioni indipendenti.
L'aloof (il distaccato): chi adotta questo comportamento mantiene le distanze, spesso per attirare l'attenzione. Per interagire con un “aloof”, è efficace essere diretti e specifici nelle richieste di informazioni, evitando di inseguire continuamente la loro approvazione o risposta.
L'interrogatore: critico e spesso demoralizzante, l'interrogatore cerca di abbattere la stima personale altrui con commenti negativi. Affrontare questo tipo richiede una solida autostima e la capacità di non prendere personalmente le critiche, concentrando la conversazione su fatti oggettivi e soluzioni costruttive.
L'intimidatore: il più aggressivo tra i drammi di controllo, usa il bullismo e l'abuso per dominare. In questi casi, è cruciale mantenere la calma, proteggere la propria integrità emotiva e cercare supporto esterno se necessario. Mostrare fermezza e sicurezza può spesso dissuadere ulteriori intimidazioni.
Affrontare questi drammi di controllo richiede un mix di empatia, assertività e chiaro posizionamento personale.
Attraverso una migliore comprensione di queste dinamiche, possiamo trasformare interazioni potenzialmente tossiche in occasioni di crescita e apprendimento reciproco, migliorando così non solo l'ambiente lavorativo ma anche il nostro sviluppo personale e professionale.
Crescere nella propria maturità non è mai stato così consigliato. Fatemi sapere se avete incontrato persone così e quale è stata la vostra strategia di sopravvivenza.
"Il potere della stupidità" di Giancarlo Livraghi".
“Gli stupidi sono ultrasicuri. Gli intelligenti pieni di dubbi. Ecco perché il mondo è in questo stato”. Bertrand Russell
Nell'ambito di questa newsletter dedicata alle sfide del lavorare con persone difficili, ci immergiamo nella lettura di un testo non nuovo ma che getta luce su una delle possibili fonti di difficoltà nelle relazioni umane: la stupidità. Il saggio "Il potere della stupidità" di Giancarlo Livraghi, pubblicato per la prima volta nel 2004, delinea con sagacia e arguzia come la stupidità influenzi negativamente le nostre interazioni quotidiane ho pensato di riportare alla luce alcune tematiche visto che la stupidità è una delle possibili fenomenologie che si incontrano sul lavoro.
L’ autore e un pensatore profondo che estende le riflessioni sulle famose leggi della stupidità umana proposte dallo storico Carlo M. Cipolla.
Livraghi, che ha una lunga carriera nel campo della pubblicità e della comunicazione, usa queste riflessioni per analizzare non solo la vita personale ma anche quella professionale, mostrando come la stupidità si manifesti in vari contesti e quali conseguenze abbia nelle dinamiche lavorative. Vediamone alcune.
Differenziazione dei Comportamenti Umani Secondo Cipolla:
Lo stupido: Colui che causa danni ad altri senza trarne beneficio, agendo contro il proprio interesse.
Il benefattore: Chi soffre personalmente pur di apportare benefici ad altri.
La persona normale: Chi cerca di ottenere vantaggi personali senza danneggiare gli altri.
L'egoista: Individuo che, per trarre vantaggi personali, non esita a danneggiare gli altri.
Queste categorie ci aiutano a comprendere i diversi modi in cui gli individui possono influenzare negativamente o positivamente il loro ambiente circostante, soprattutto nel contesto lavorativo dove gli stupidi rappresentano una parte significativa delle persone difficili con cui dobbiamo interagire.
Le Cause della Stupidità:
Pigrizia mentale: Evitare lo sforzo del pensiero critico può portare a decisioni affrettate e poco sagge.
Influenza indiscussa delle autorità: La paura di contraddire le figure autorevoli può portarci a sostenere idee erronee.
Ignoranza dei fatti: Una cieca aderenza alle ideologie può oscurare la realtà dei fatti, portando a conclusioni errate.
Predominanza delle emozioni: Lasciarsi guidare dalle emozioni senza il controllo della ragione può condurre a scelte irrazionali.
Superbia e orgoglio: Questi tratti possono impedire di ammettere e correggere i propri errori, consolidando comportamenti stupidi.
Consigli per Evitare la Stupidità:
Sviluppare una mente critica: È essenziale valutare criticamente le informazioni e non accettare passivamente ciò che viene detto o scritto.
Valutare i fatti: Distinguere tra opinioni e fatti è cruciale per una comprensione accurata della realtà.
Equilibrio emozionale: Trovare un equilibrio tra guida emotiva e ragione.
Umiltà e apertura al cambiamento: Essere disposti a cambiare opinione di fronte a nuove prove.
La stupidità non è solo un problema individuale ma collettivo, che può avere ripercussioni su vasta scala. Attraverso la comprensione e l'applicazione di queste lezioni, potremmo aspirare a un ambiente lavorativo più consapevole e meno incline a ripetere gli errori del passato. E mentre esploriamo questi temi, è essenziale ricordare che talvolta la persona stupida potremmo essere noi stessi, specie quando agiamo senza riflettere o lasciamo che le emozioni prevalgano sulla ragione.
Pronti, attenti, via.
“Sebastiano a Radio24, vai al minuto 27 e ti racconto”.
Sebastiano con Debora Rosciani e Mauro Meazza a "Due di denari" su Radio 24, in questo spazio vengono affrontati temi con l'aiuto degli ospiti più competenti. La cifra, da sempre, è quella dell’"autorevoleggerezza": un linguaggio chiaro e diretto, alla portata di tutti. Se possibile, strappando un sorriso.
Grazie per essere arrivati qui, questo argomento non è esaurito, fra dieci giorni arriva la seconda parte.
Qualsiasi feedback è apprezzato. Se poi hai letto il mio ultimo libro “Lavorare è collaborare” e ti va di lasciare una recensione su Amazon basta cliccare qui.
"E SCUSA SE NON PARLO ABBASTANZA MA HO UNA SCUOLA DI DANZA NELLO STOMACO". COEZ
Sempre in viaggio per fare la Nostra Grande Differenza.
Grazie
Sebastiano
“UMIDITÀ e apertura al cambiamento”… è un neologismo tipo Antifragilità, o il correttore ha colpito?!? 🤔😉
Grazie per le tue riflessioni, Sebastiano: profonde, illuminanti, mai banali. Leggerti (ed ascoltarti) fa davvero la (grande) differenza!
Buon 1 maggio!
Ciao Sebastiano, quando lavoravo in ufficio una delle colleghe che facevano parte dell’area che coordinavo era proprio il prototipo della “povera me” e le strategie che suggerisci (confini chiari, comunicare apertamente, no sensi di colpa, rinforzare l’autonomia) funzionavano alla grande. Grazie per tutti gli spunti che offri costantemente 😊