"Non ti disunire".
La fatica di rimanere individui e umani e mentre fai tutto quello devi in un mondo che collassa.
Bentrovati!
In questa edizione, ci addentriamo in temi che toccano il cuore dell'essere autentici in un mondo digitale che sfuma i confini tra personale e professionale. Ecco una panoramica di ciò che troverete:
Equilibrio tra Personal Branding ed Etica: Una riflessione su come possiamo proiettare un'immagine di noi stessi online che sia in armonia con i nostri principi più profondi.
Il Collasso del Contesto nell'Era Digitale: Affrontiamo le sfide di mantenere la nostra integrità personale e professionale in un mondo che mescola incessantemente gli ambiti della vita.
Da fratture a fondamenta: rinforzare i legami attraverso la comprensione
Lezioni di Boxe con un campione.
Intervista a Francesca Cavallin: Un dialogo con l'attrice Francesca Cavallin, che condivide la sua esperienza. Francesca ci apre una finestra sul valore della riflessione personale e sull'importanza di coltivare la leggerezza e l'apertura di cuore nella nostra vita quotidiana e professionale.
"The Invitation" di Oriah Mountain Dreamer: Per concludere, vi lasciamo con la poesia "The Invitation", un appello potente e profondo a vivere con coraggio, apertura e autenticità.
Siamo quasi mille e se pensate che a qualcuna o qualcuno questa newsletter possa essere utile inoltratela. Grazie.
Come si bilancia l'immagine di sé che vogliamo proiettare nel mondo digitale con il nostro vero sé, radicato in principi etici solidi
Volevo immergermi in una breve riflessione che intrecciasse la tecnica del personal branding con i principi della morale e dell'etica. Il mio obiettivo era sondare le profondità che separano una strategia di marketing dall'arte di vivere saggiamente. Mi chiedevo: come si bilancia l'immagine di sé che vogliamo proiettare nel mondo digitale con il nostro vero sé, radicato in principi etici solidi? Ci sono solo differenze tra la costruzione di un marchio personale e il vivere in accordo con valori autentici o queste due dimensioni possono coesistere, arricchendosi a vicenda piuttosto che contraddirsi ?
Riflettendo sulla mia strada nel personal branding, ho iniziato a riconoscere quanto profondamente alcuni principi stoici risuonino con me, specialmente nell'arte di costruire un'immagine di sé che sia autentica e di spessore. Mi sono trovato a ponderare sull'importanza di rimanere fedele a me stesso, ai miei valori e agli obiettivi di vita che ho scelto di perseguire.
La coerenza è diventata la mia bussola in questo viaggio. Non si tratta semplicemente di mantenere una narrazione uniforme attraverso i diversi canali di comunicazione, ma piuttosto di assicurarmi che ogni mia azione, scelta o messaggio rifletta chi sono veramente e ciò in cui credo. Questa autenticità, ben radicata nei principi etici, non solo costruisce fiducia e credibilità ma crea anche un legame duraturo con chi incontro lungo il cammino o almeno finora è stato così.
Ogni giorno, la sincerità con me stesso segna il primo passo che provo ad intraprendere. È un processo di introspezione, un ascolto attento di quella voce interiore che conosce i miei valori più profondi e le mie passioni. Vivere una vita che rifletta questi aspetti autentici è l'unico modo per me di raggiungere un successo veramente significativo. Affrontare le sfide della vita e combattere per ciò in cui credo diventa così non solo un dovere ma una definizione stessa di chi sono.
Il mio spessore morale, quindi, dovrebbe sempre essere il fondamento su cui si basa la mia esistenza e anche il mio personal branding. Vivere secondo i miei principi morali, dimostrando integrità, rispetto e umanità, attira quelle persone, opportunità e successi che sono in armonia con il mio vero sé. In un mondo dove l'apparenza spesso ha la meglio sulla sostanza, il mio impegno per l'autenticità mi distingue.
Condivido queste riflessioni non come un monito o un insegnamento, ma come un invito a riflettere insieme sulla strada che tutti stiamo percorrendo. Il personal branding, nel suo significato più profondo, non è un fine ma un mezzo per esprimere la nostra essenza più autentica al mondo. Vedendo l'identità non come qualcosa di fisso ma come un continuo divenire, forgiato attraverso le prove e le scelte di ogni giorno.
Un percorso dove il successo non si misura in vittorie esterne ma nella lealtà ai miei valori e nella capacità di vivere una vita veramente mia. Spero che queste parole possano servire da ispirazione per riflettere sulla propria identità e su come si sceglie di presentarsi al mondo, sempre con coerenza, sincerità e un profondo senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri.
Buona lettura.
Il collasso del contesto. Cos’è ? Perchè parlarne?
«Il problema non è la mancanza di contesto. È il collasso del contesto: un numero infinito di contesti che collassano l’uno sull’altro in quel singolo attimo della registrazione. Le immagini, le azioni e le parole riprese dall’obiettivo possono in qualsiasi momento essere trasportate in qualsiasi parte del pianeta e conservate per sempre»
Michael Wesch nel 2009
Il "collasso del contesto": quel fenomeno in cui le distinzioni tra lavoro e vita personale, tra ciò che siamo e ciò che facciamo, diventano sempre più sfumate. In questo scenario, il pericolo è di perdere di vista la nostra essenza, il nostro essere umani, mentre cerchiamo di navigare le acque talvolta tempestose della vita professionale e personale.
“Il collasso del contesto "generalmente si verifica quando un eccesso di pubblico diverso occupa lo stesso spazio e un'informazione destinata a un pubblico trova la sua strada verso un altro" con la reazione di quel nuovo pubblico che è poco caritatevole e altamente negativa per non aver compreso il contesto originale”. da Wikipedia
Nell'era digitale, ci troviamo ad affrontare questo fenomeno tanto sfuggente quanto pervasivo: il collasso del contesto.
Questo termine, reso popolare dalla ricerca nel campo dei media digitali, descrive la fusione di diversi ambiti della nostra vita — personale, professionale, pubblico e privato — in un unico flusso di informazioni, spesso attraverso le piattaforme di social media. Mentre precedentemente i vari aspetti della nostra esistenza rimanevano separati, distinti tra loro da barriere fisiche e sociali, oggi assistiamo a una loro convergenza, spesso inaspettata, che può portare a malintesi, confusione e persino conflitti.
Il collasso del contesto si verifica quando contenuti destinati a un particolare gruppo di persone vengono esposte a un pubblico più ampio e diversificato, senza i filtri interpretativi che il contesto originale forniva. Questa condivisione indiscriminata sfoca i confini tra i vari ruoli che ricopriamo nella società, mettendo a nudo la nostra identità in modi che non avevamo previsto o desiderato.
E’ importante esplorare come il collasso del contesto influenzi non solo la nostra privacy e le nostre interazioni sociali ma anche il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri in un mondo sempre più connesso. Affrontare questo fenomeno richiede una nuova consapevolezza e strategie comunicative adattative, che rispettino l'umanità dietro ogni schermo e mantengano l'integrità dei nostri molteplici ruoli nella vita digitale e oltre.
Ricordo le parole di Capuano nel film "La Grande Bellezza": "Non ti disunire". Queste parole riecheggiano profondamente nel contesto attuale. In un'epoca di incessante cambiamento e sfida, il richiamo a non disunirci, a non perdere la nostra integrità sia personale che professionale, assume un significato ancora più profondo.
"Non ti disunire" ci esorta a non cedere alla tentazione di adattarci inautenticamente ai vari contesti che il mondo digitale spesso impone, a non lasciare che le aspettative altrui modellino chi siamo, al rimanere autentici e coerenti di fronte alle pressioni esterne, trovando un punto fermo interiore che non vacilla.
In questo mare di connessioni digitali, dove ogni post può essere strappato dal suo contesto originario e interpretato in mille modi, "Non ti disunire" diventa un mantra per navigare con integrità. Ci ricorda di vivere secondo principi che trascendono gli obiettivi contingenti, di non lasciare che la paura guidi le nostre scelte, mantenendo una coerenza interna che risona con il nostro scopo di vita più profondo.
Nel collasso del contesto, questo approccio non solo ci aiuta a rimanere umani, ma ci permette di tessere racconti autentici che resistono alla frammentazione dell'io digitale. "Non ti disunire" è dunque un appello a conoscere e onorare la propria essenza, a portare avanti la propria storia con fiducia, indipendentemente da dove ci troviamo o come veniamo percepiti online. È un invito a rimanere saldi e uniti nell'era del collasso del contesto, celebrando la nostra umanità in ogni interazione.
Il "collasso del contesto" non deve essere visto solo come una sfida, ma anche come un'opportunità. Un'opportunità per riscoprire e riaffermare i nostri valori fondamentali, per rimanere fedeli a ciò che veramente conta per noi. È nel mezzo di questo collasso che possiamo trovare la forza di fare "la grande differenza", di dimostrare che è possibile perseguire il successo mantenendo saldi i nostri principi umani.
Rimanere umani nel mondo del lavoro, dove la pressione per risultati immediati e tangibili spesso prevale, richiede coraggio e determinazione. Significa scegliere di trattare gli altri con empatia e rispetto, anche quando la competizione si fa più aspra. Significa ricordarsi che, al di là dei ruoli professionali, tutti noi condividiamo le stesse speranze, paure e sogni.
Per fare la grande differenza, quindi, dobbiamo imparare a navigare il collasso del contesto con integrità. Dobbiamo essere capaci di unire, piuttosto che dividere; di costruire ponti, invece di erigere muri. Questo richiede di ascoltare attivamente, di essere presenti non solo fisicamente, ma con tutto il nostro essere, e di agire con gentilezza e comprensione.
LEZIONI DI BOXE
Voglio segnalarvi un articolo di Francesca Favotto ( che ringrazio ) su Vanity Fair che esplora come le strategie e i principi della boxe possano essere applicati efficacemente nella vita professionale e personale. L'articolo, che ringrazio Francesca di aver scritto, offre spunti riflessivi su come affrontare le sfide quotidiane con determinazione e lealtà e soprattutto equilibrio, centratura e consapevolezza di chi sei. L'approccio è pratico e diretto: attraverso il corso "Fuori dall'angolo", che ho avuto il piacere di ideare con l’amico, pugile professionista e campione Luca Rigoldi, l'articolo dimostra come le lezioni apprese sul ring possano aiutare chiunque a migliorare la propria capacità di gestire conflitti, paure e aspettative, sia nel contesto lavorativo che nella vita di tutti i giorni.
Da fratture a fondamenta: rinforzare i legami attraverso la comprensione
“Per avere buone idee e una vera innovazione sono necessari l’interazione umana, il conflitto, la discussione, il dibattito”.
Comprendere la natura dei conflitti che emergono sul posto di lavoro e sapere come affrontarli sia diventato indispensabile.
Dal conflitto interpersonale a quello strutturale, passando per le delicate questioni di valori, ogni tipo di contrasto richiede un approccio mirato e consapevole per essere risolto efficacemente.
In questo post, esploriamo i tre principali tipi di conflitto sul lavoro, insieme a strategie efficaci per la loro risoluzione, guidati dall'approccio umanistico e dalla profonda comprensione delle dinamiche interpersonali.
Nell'affrontare i conflitti sul lavoro, è cruciale comprendere i tre tipi principali per adottare l'approccio più efficace nella loro risoluzione.
Il conflitto interpersonale nasce dalle differenze di personalità, etiche del lavoro opposte o comunicazione inefficace, gestito solitamente tramite mediazione o dialogo facilitato.
Il conflitto inter-gruppo o inter-dipartimentale emerge da una mancanza di collaborazione tra team o dipartimenti, richiedendo processi di dialogo di gruppo e risoluzione dei problemi.
Infine, il conflitto strutturale deriva da problematiche organizzative come mancanza di chiarezza nei ruoli o inefficienze comunicative, necessitando di un'analisi organizzativa e approcci costruttivi per la pace sul posto di lavoro.
Inoltre, i conflitti basati sui valori, come quelli relativi all'equilibrio tra lavoro e vita privata, etica o valori socio-politici, rappresentano un'area particolarmente delicata, richiedendo una gestione attenta per prevenire tensioni.
La comprensione e l'identificazione della natura del conflitto sono passi fondamentali verso la sua risoluzione, promuovendo un ambiente di lavoro più armonioso e produttivo e per passare alle soluzioni di cui parleremo in tutte le newsletter iniziamo dal calmare la controparte.
Per calmare un collega emotivamente agitato, è essenziale ascoltare attivamente, mostrare comprensione ripetendo o parafrasando i suoi punti, rassicurandolo sulle sue preoccupazioni, e infine, proponendo soluzioni collaborative.
Questa strategia non solo risolve i conflitti esistenti ma aiuta anche a prevenirne di nuovi, creando una cultura lavorativa basata sull'empatia, il rispetto e il supporto reciproco.
Affrontare i conflitti con empatia, rispetto e un sincero desiderio di comprendere l'altro, non solo risolve le tensioni del momento, ma getta le basi per un futuro di collaborazione, innovazione e fiducia reciproca. Nel tessuto delle nostre giornate lavorative, ogni conflitto risolto diventa un filo d'oro che rafforza il legame tra noi, ispirandoci a creare insieme un ambiente di lavoro non solo più produttivo, ma profondamente umano.
Questo di me non lo sapevo ancora. A colloquio con Francesca Cavallin.
“Parto riflessiva, sin da piccola, mi piace indagare su me stessa: spero di continuare a conoscermi e di continuare a stupirmi analizzandomi e scoprendo di me cose che non sapevo. Ma, col tempo, ho imparato a coltivare la leggerezza. Solo con gli occhi e il cuore ben aperti vale la pena vivere”. Francesca Cavallin su QN.
Qui la potete ascoltare su Jungle Podcast mentre racconta di se, del suo talento, del suo cammino.
The Invitation.
Un poema per non disunirsi.
“Non mi interessa che cosa fai per guadagnarti da vivere.
Voglio sapere cosa desideri ardentemente e se osi soddisfare l’anelito del tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai.
Voglio sapere se rischierai di sembrare ridicolo per amore,
per i tuoi sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non mi interessa quali pianeti sono in quadratura con la tua luna…
Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dispiacere,
se sei stato aperto dai tradimenti della vita o ti sei inaridito e chiuso
per la paura di soffrire ancora.
Voglio sapere se puoi sopportare il dolore, mio o tuo,
senza muoverti per nasconderlo, sfumarlo o risolverlo.
Voglio sapere se puoi vivere con la gioia, mia o tua,
se puoi danzare con la natura e lasciare che l’estasi ti pervada
dalla testa ai piedi senza chiedere di essere attenti,
di essere realistici o di ricordare i limiti dell’essere umani.
Non mi interessa se la storia che racconti è vera,
voglio sapere se riusciresti a deludere qualcuno per mantenere fede a te stesso,
se riesci a sopportare l’accusa di tradimento senza tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere fedele e quindi degno di fiducia.
Voglio sapere se riesci a vedere la bellezza anche quando non è sempre
bella; e se puoi ricavare vita dalla Sua presenza.
Voglio sapere se riesci a vivere con il fallimento, mio e tuo,
e comunque rimanere in riva a un lago e gridare alla luna piena d’argento: “Sì!”
Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai,
voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e di disperazione,
stanco e con le ossa a pezzi e fare ugualmente quello che devi per i tuoi figli.
Non mi interessa chi sei e come sei arrivato qui,
voglio sapere se starai nel centro del fuoco con me senza tirarti indietro.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato,
voglio sapere che cosa ti sostiene da dentro, quando tutto il resto crolla.
Voglio sapere se riesci a stare da solo con te stesso
e se ti piace davvero la compagnia che ti fai nei momenti di vuoto”.
Oriah Mountain Dreamer, da «Al centro del fuoco». Traduzione di Linda Ciriello
Nouse Editrice.
Grazie per essere arrivati qui.
“Niente di me è originale. Sono lo sforzo congiunto di tutti quelli che ho conosciuto”.
Chuck Palahniuk, “Invisible Monsters”.
Sempre in viaggio per fare la Nostra Grande Differenza.
Grazie
Sebastiano
Dal 1 Marzo è sugli scaffali il mio nuovo libro. Qui una anteprima.
Una gran bella newsletter Sebastiano. Congratulazioni. La tua personale chiave di lettura di "non ti disunire" mi trova assolutamente d'accordo e l'ho molto apprezzata. Anche "The Invitation" è stata una gran bella scoperta. Grazie. You made my Day!
Che belle riflessioni Seba! Grazie, una newsletter da leggere e rileggere per interiorizzare ogni singola parola. Non vedo l’ora di leggere il tuo nuovo libro