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Avatar di Stefano

Hai sempre degli ottimi spunti che oggi sono rari perché la gente attende. Sempre avanti cosi Sebastiano

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Avatar di Sebastiano Zanolli

😊🙏🤞

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Avatar di Stefano
4dModificato

Grande Sebastiano

La teoria proposta non fa una piega: dedicare tempo alla lentezza relazionale, alle pause, ai momenti “non ottimizzati” può essere potente.

Ma vorrei esprimere il mio umile pensiero, basato sull’esperienza concreta nelle organizzazioni.

Parlare di “conversazioni che non chiudono task”, “riunioni senza deliverable” e “presenze che non generano KPI” è affascinante.

Ma tra questa visione e la realtà aziendale di tutti i giorni, spesso c’è un abisso.

Come diceva Arnold Toynbee, “Le civiltà non muoiono per omicidio, ma per suicidio”. E aggiungeva che sopravvivono solo se sanno rispondere creativamente alle sfide.

Ecco, la sfida oggi è rispondere con concretezza, non solo con poesia.

Le idee che proponi funzionano, ma solo se c’è una condivisione reale ai vertici, una cultura organizzativa che non solo accoglie ma coltiva questo approccio.

Senza questo, sono semi lanciati sull’asfalto.

Inoltre, dobbiamo essere onesti: non tutti lavorano per passione o per “co-creare il senso”.

Come diceva l’allenatore Velásquez, “In una squadra c’è chi punta al Mondiale, e chi si accontenta della maglia pulita.”

E va bene così, basta non confondere l’inerzia con la profondità.

Quanto all’AI, non deve spaventarci: può essere una risorsa potente, un alleato.

E — permettetemi la franchezza — in certi comparti pubblici, dove si è smesso da anni di misurare il valore del lavoro e si protegge l’inefficienza con la burocrazia, l’AI sarebbe un passo avanti.

Lo dico da cittadino, non da provocatore: l’AI è più imparziale, più coerente, più presente di tanti statali che si limitano a passare il badge.

Yuval Noah Harari ricorda che “L’AI impara più dal nostro comportamento che dai nostri comandi.”

Ecco, se il nostro comportamento è deresponsabilizzato, allora l’AI ci supererà. Ma la colpa non sarà sua.

Se l’AI fa i compiti, bene.

Ma le responsabilità vere — decidere, creare contesto, dare visione — restano tutte sulle nostre spalle.

A proposito di “lavorare bene”, ho visto anche quel famoso diagramma: FARE, STARE, PENSARE.

Dove si sovrappongono, c’è scritto “lavorare bene”.

Ma spesso si:

– FA senza pensare → si corre a vuoto.

– SI STA senza fare → pause caffè travestite da cultura.

– SI PENSA senza stare → soliloqui da LinkedIn.

Il centro verde, quello in cui si lavora bene davvero, è un lusso raro.

Per trovarlo servono competenza, visione, rispetto — ma soprattutto allineamento vero al vertice.

Se manca, stiamo solo disegnando bei cerchi sul PowerPoint mentre intorno il mondo va avanti

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Avatar di Sebastiano Zanolli

Grazie mille, Stefano. Mi sembra un commento molto ragionevole. Le idee funzionano se c’è una condivisione reale. 🙏

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